Intervista a Giovanni De Luca. Strategie, battaglie e Prospettive Future

Anteprima con Giovanni De Luca, Presidente di Prospettive Future. L’occasione è utile per fare il punto della situazione a tutto campo fra politica nazionale e locale.

Presidente, a che punto siamo con Terza Via?

Tutti i nostri sforzi oggi sono incentrati sulla fondazione di Terza Via – Giornale OnLine  voce dell’alternativa social-popolare di Prospettive Future e megafono per i movimenti nazional rivoluzionari in Europa. Stiamo perfezionando la grafica del sito. Siamo pronti anche con la parte burocratica.

Quale sarà la linea politica del giornale?

Terza Via sarà erede spirituale di “Linea” di Pino Rauti. Sarà il consolidamento e la messa in pratica di quei contenuti, nell’azione di governo a più livelli e nei prossimi vent’anni ci attende  una battaglia sociale in difesa “dell’ambiente e del territorio”.  Poca teoria e molta pratica. La linea politica è gia tracciata ed è nel nome “Terza Via”  – al di la del comunismo e del capitalismo, quindi, attueremo in concreto incontri per la conoscenza dei principi sulla  “socializzazione” culturale attraverso la rappresentanza per funzioni, scriveremo della proposta di riforma dello Stato secondo una visione “organica”. Agiremo con un movimento di denuncia in alternativa al ladrocinio delle ONG ed alle associazioni dedite alla falsa accoglienza, braccio operativo del Nuovo Ordine Mondiale. In ultimo tratteremo i temi di politica nazionale a sostegno dell’Europa, Stato-Nazionale.

In riferimento al concetto di Europa- Nazione, vi siete pronunciati contro il progetto sovranista. Perché?

Perché in un’epoca come questa, nel pieno avvio  dei processi liberali di “globalizzazione”, bisogna rinchiudersi nelle Micro Patrie difendendo la geo-clocalizzazione cedendo  fette di sovranità nazionale per la creazione di uno Stato Europeo e federato,  in contrapposizione con l’attuale Europa dei mercanti, delle banche e della finanza. Che senso ha tornare indietro?  Che senso ha rivendicare “sovranità nazionale”, quando una sola multinazionale del profitto è dieci volte più forte di un vecchio Stato nazionale? La verità è che nell’Europa dei Popoli crediamo in pochi.

Dove si collochera’ Terza Via nel panorama giornalistico italiano?

In uno spazio di libera informazione ed in alternativa alla stampa di regime. Il giornale traccera’ le esperienza dei vari fronti nazionalpopolari li’ dove le battaglie sociali incalzano e la lotta si fa’ in prima linea, per strada e nella trincea. Sui fronti al confine con la Russia, la Turchia ed il Medio Oriente.

Israele o Palestina?

Palestina. Siamo gli unici, in Italia, a muoverci sulle coordinate EurAsia – Russia – Islam. Siamo per la difesa delle radici del vecchio continente ma siamo a favore di nuovi assi geopolitici nella secolare lotta del “sangue contro l’oro”. Simpatizziamo per gli ebrei ortodossi. Hanno ragione.

Cosa pensa degli attentati di matrice islamica nel mondo?

Che non sono di matrice islamica. O meglio, poiche’ non colpiscono il cuore dell’Occidente “infedele” non è una questione religiosa. Colpiscono nel mucchio. Quando nel mucchio non ci sono i “capi di Stato”, non ci sono i centri nevralgici dell’alta finanza, lo schema è sempre uguale, già visto in Italia negli anni successivi al dopoguerra. Agitare l’estremismo e destabilizzare l’opinione pubblica per stabilizzare il potere politico. Dietro tutto questo ci sono sempre loro.

Loro chi?

Il Nuovo Ordine Mondiale. Se fosse stata una questione “religiosa” Gerusalemne ed il Medio Oriente sarebbero esplosi. La convivenza fra le religioni sarebbe saltata. È invece una guerra dell’alta finanza per il controllo dei confini. Degli ultimi confini. Dopo imploderanno all’interno dei vecchi stati nazionali, le guerre di sopravvivenza dei pensieri non allineati e le guerre in difesa delle libertà individuali.

Nell’alternativa a tutto questo, non si individuano leader capaci di catalizzare per carisma il comando delle lotte. Perché?

Semplicemente perché  non è più l’era di un “capo”. Il nemico non ha un capo visibile, ben identificabile. È cambiato il metodo di lotta, tutto si muove dietro strumenti impercettibili perché le nuove guerre non si basano solo sullo scontro bellico. Sono “fenomeni” globali e tutto avviene dietro un cavo interinale, poi ci sono le guerre batteriologiche ed epidemiologiche. Le agromafie le ecomafie …  Il nemico è subdolo. Non ha un volto né un nome, se lo ha pochi ne conoscono anagrafiche e matrici.

Come si combatte tutto ciò?

Superando i vecchi schemi ed i vecchi fronti di lotta. Costruendo le microPatrie. Si combatte: a livello globale creando alleanze al di fuori delle vecchie leogiche  con i popoli legati al mondo della Tradizione, a livello locale, non lasciando i comitati popolari di alternativa al sistema agli antagonisti di vecchio stampo, ideologizzati e con lo sguardo rivolto al passato.

Recentemente, a Novoli c’è stato un tentativo, quello di costituire il movimento delle “magliette verdi”. IL 1 maggio 2013 c’è stato un suo comizio ed una aggressione di 30 antagonisti. Perché?

Perché abbiamo capito per primi quello che stava avvenendo nel Salento. Siamo stati i primo a denunciare l’Affare Xylella, legato alle multinazionali del profitto del petrolio e dell’agro mafia. Questo ha dato fastidio a delle menti sensibili che sul territorio fanno da guardia al sistema e fomentano vecchie contrapposizioni. Strumentalizzando la lotta antifascista, si sono presentati per far saltare l’avvio di una nostra iniziativa che li avrebbe spiazzati.

Ci sono riusciti?

Solo in parte. Non siamo stati sostenuti dai movimenti d’area, troppo presi dalle loro fortune organizzative. Mi sono sempre chiesto, per alcuni,  dove hanno trovato i fondi per strutturarsi.

In quel periodo Isabella Rauti ha manifestato la possibilità di un suo coinvolgimento attivo in politica. Che cosa è successo?

Folgorato da un richiamo del sangue, abbiamo aderito “all’Officina per l’Italia”.

Il 30 maggio 2010 nella riunione all’Hotel Massimo D’Azelio a Roma Pino Rauti imparti a 54 di noi lo “sciogliete le righe”, comunicandoci che si ritirava a vita privata. Ci invitò ad “accasarci” dove ci sentivamo più affini. Nel mio intervento ribadi’  che se proprio non si poteva individuare fra i 54 presenti un “erede”, un “continuatore”, allora ci saremmo accasati nella destra parlamentare appena ne avremmo intravista l’opportunità.

Con l’impegno di Isabella pensammo che fosse giunto il momento.

Cosa non ha funzionato?

Non ha funzionato nulla. Intanto la formula non poteva essere quella di riesumare il simbolo del Msi, né quello della inopportuna discesa in campo dell’Alleanza Nazionale.

Perché lei dice “riesumare”.  Il Msi è morto?

Politicamente si. Trucidato. Colpito alle spalle ed affogato. Non sono morti i principi che ne ispirarono l’azione. La dottrina è viva, perché è nella “continuita storica ed ideale” con quanto vi era in precedenza e mai battuto sul piano dell”attuazione politica o economica. Quello che venne prima della fondazione del MSI, fu sconfitto sul piano militare nella Seconda Guerra Mondiale e quello che venne dopo, anche oltre Fiuggi, lo abbiamo traghettato nel nuovo millennio.  Poi venuto meno Rauti, politicamente quel mondo non lo potrà riunire piu’ nessuno ne’ sotto quel simbolo, ne’ in quella formula organizzativa anche perché sono venuti meno i presupposti alla base di quel “sodalizio”. Il Msi, il suo mondo interno ed il suo ambiente esterno, è stato qualcosa di meravigliosamente e drammaticamente complesso, ma lei converrà con me, che dopo 22 anni è materia per gli storici.  Oggi le formule della lotta politica sono altre ed errano coloro i quali ripropongono le vecchie formule destra/sinistra – fascismo/antifascismo. Oggi la formula è forze spirituali contro forze materiali. Siamo in una fase critica, di passaggio epocale verso nuovi metodi di lotta,  fra le forze  della Tradizione, della Luce, del Bene da una parte ed alla quale noi apparteniamo e le forze del disordine, delle tenebre, del male che in tutta evidenza, non ci appartengono.

Per tornare al “contingente”, usiamo questo termine da lei abusato ogni volta che bisogna sstaccarsi dall’esercizio del “pensiero” metapolitico per passare alle fasi dell’ azione pratica.  Cosa si aspettava da ” l’Officina per l’Italia?

Mi aspettavo una “federazione” di tutte le forze eredi della destra parlamentare, o di coloro i quali all’impegno parlamentare aspirano, affinche’, indipendentemente dalle velleità degli uomini si possa tracciare tutti insieme un progetto politico, sociale, culturale ed economico, alternativo alle forze liberali, conservatrici –  progressiste ed antagoniste.

Ed invece? 

Ed invece mi sono illuso. Ed abbiamo errato nuovamente, come errammo nel 2004 quando rientrammo in Alleanza Nazionale perché Alemanno voleva organizzare una opposizione “seria” (a detta di molti dei suoi) a Fini. Poi lui divenne Sindaco di Roma, a Orvieto si scisse da Storace e Buontempo ottenendo il suo obiettivo e noi non aderendo al Pdl, fondammo il Movimento per Novoli. Aderire al Pdl sarebbe stata una dimostrazione di malafede e noi non lo siamo mai stati. Anzi. Eccediamo all’opposto.

Recentemente la rottura con Fratelli d’Italia. Perché ?

Perché ci sono tanti modi per sostenere la destra in parlamento, anche la pattuglia più sgangherata, ma è importante che ci sia il rispetto che è dovuto alla “nostra” di storia!

Al contempo, è importante non confondersi con una classe dirigente periferica non qualificata e non qualificante. Dalle Europee in poi, sono prevalse le logiche dell’Alleanza Nazionale e “l’ansia da prestazione elettorale”,  su quelle di rinnovamento di una vecchia classe dirigente. Fallimenti alle europee, alle regionali, alle amministrative. Quando dopo le amministrative di Lecce Città, ci è stato detto: “a breve ci saranno i congressi e li’ vi confronterete”, abbiamo capito la netta malafede, come se noi fossimo una banda di ragazzini di “primo pelo” da imbrigliare in un congresso periferico, come se non avessimo mai organizzato i congressi e non conoscessimo la “storia” dei congressi di partito. Noi diciamo: “buon lavoro”, se ci inviteranno da ospiti, ci andremo per sostenere le nostre tesi che oggi viaggiano in assoluta “autonomia”.

Impossibile ricomporre la frattura?

È politica, tutto si può ricomporre. Ci sono una serie di condizioni che si dovrebbero verificare.

Per esempio?

Un incontro con il coordinatore regionale Marcello Gemmato, ed il neo Consigliere Regionale Saverio Congedo che dovrebbe avvenire alla presenza di Fabio Rampelli. Unica condizione. Per il resto ognuno per la sua strada.

Se questo non avverrà?

Dal 28 gennaio del 1995 noi non abbiamo mai avuto bisogno del Partito. È il partito che ha sempre avuto bisogno di noi. Con questa logica siamo dacsempre uomini liberi e capaci di imporre al nostro intelocutore, chiunque esso sia, quel rispetto che ci è dovuto. Siamo noi che abbiamo firmato cambiali alle tipografie per sostenere le campagne elettorali dei nostri simboli, il partito non ha mai firmato nessun impegno nei nostri confronti. Non so’ se mi sono spiegato.

A Galatina avete lanciato un messaggio Politico pesante ma anche grave. 

A Galatina ci hanno invitato a nozze. Il vecchio centrodestra ha “cacciato” FDI perché vedeva nei suoi rappresentanti marginalità politica al cospetto del Partito Socialista Italiano che li’ ha una roccaforte di non poco conto. Quella alleanza ha dimostrato che il polo di centrodestra non esiste. Abbiamo colto la palla al balzo per “sperimentare” un’alternativa al grigiume dei fittiani e dei forzisti. Però lo schieramento trasversale non ha retto  perché il Pd ha voluto per forza mostrare il suo simbolo. Noi che venivano da una precedente preclusione proprio sul simbolo, non ci poteva contraddire. Spero che gli amici di Galatina abbiano capito che con il Pd non si può fare nulla. Sono condannati dalla storia almeno quanto i fittiani.

Dell’esperienza di Galatina, va salvaguardato l’orgoglio ed il senso di appartenenza ad una storia da parte dei nostri uomini e donne, la capacità di non abbassare la testa, di non soggiacere ai veti “ideologici” con le prepotenze di gentaglia impresentabile. Sono convinto che da gente come Massimo Giannini bisogna ripartire.

Perché tutto questo livore contro Direzione Italia?

Raffaele Fitto ha votato per il Ceta ossia gli accordi internazionali contro la produzione agricola italiana, condannando a morte l’economia del Sud Europa. Può bastare?

Ma anche Forza Italia.

Siamo anti berlusconismo da sempre. Siamo soprattutto anti berlusconiani.

Si, ma siete contro Fitto, Berlusconi, Salvini, naturalmente contro i centristi, contro la sinistra in tutte le sue forme. Sarete in favore di qualcosa o qualcuno?  

Noi siamo in favore dei popoli d”Europa. Cosa fanno gli altri per difendere gli interessi dei popoli? Nulla. Siamo contro tutti questi.

Nei consessi locali però ci fate amministrazione.

Nei consessi locali si guarda alle persone. È tutto sotto uno stretto controllo quotidiano. Se domani mattina volessi mandare a casa l’amministrazione alla quale contribuisco perché non rispetta i valori cardine della nostra azione politica potrei farlo.

Quali sono i valori cardine del vostro impegno quotidiano?

La legalità in tutte le sue forme.  La difesa dei più deboli: i minori, diversamente abili, anziani, animali. Buongoverno del territorio.

Salvini oggi è su posizioni più radicali del vecchio Msi. Lotta per l’autodeterminazione dei popoli. 

Salvini è un “prodotto” di marketing politico in mano a chi gli scrive quello che deve o non deve dire su un tablet. È il segretario di un partito politico che si chiama Lega Nord per l’indipendenza della Padania. Attacca l’effetto e non la causa di un problema  complesso che si chiama liberalcapitalismo, del quale l’immigrazione è solo uno degli effetti piu’ visibili. Attacca l’immigrato indistintamente, che sia un criminale o un bambino, una donna un anziano. Attacca loro, come ieri attaccava il meridionale. Noi Africa d’Italia, meridionali vocarti all’accoglienza, alla difesa dagli attacchi dei nemici da secoli, il linguaggio “degli altri” lo capiamo subito. Salvini, ma soprattutto Borghezio, li conosciamo bene. Mi fermo qui.

Cosa fara’ Prospettive Future fuori da una partecipazione attiva nel centrodestra?

Se la nostra “ambasciata” all’Assemblea Regionale del 18 p.v. andrà a vuoto, il 19 convocheremo il nostro direttivo ed io imporro’ la nascita di un movimento politico territoriale che si dovrà ramificare in un anno su tutto il Salento inteso Lecce, Brindisi e Taranto.

Che tempo ci sono?

Settembre. A Settembre durante la nostra Festa d’Estate, lanceremo il manifesto del nostro impegno politico futuro ed un progetto triennale.

Quale è per lei, qualcosa d’imprescindivile?

Ridisegnare con l’aiuto di Gianfranco De Turris le micro Patrie come strumento di governo del territorio sul kaos imperante e che ci circonda a più livelli. Poi mi piacerebbe incontrare Marina Simeone presidente dell’Associazione “Generoso Simeone”,  per capire come possiamo sostenere il suo progetto culturale nato all’indomani di Campo Hobbit ’40, dove siamo stati purtroppo assenti fisicamente, ma non spiritualmente.

Perché?

Perché le comunità militanti libere e che non seguono le mode del momento, ci affascinano e ci incuriosiscono. Crediamo che in questo nostro cammino -in epoca di “riflusso”-  dove sicuramente non spetterà a noi il governo dei popoli nell’immediato, dobbiamo tenere unite le comunità militanti e dobbiamo censire le risorse culturali e professionali a disposizione dell’Idea. Vogliamo mettere le nostre esperienze  a disposizione degli altri e vorremmo abbeverarci alla fonte di chi crediamo al passo con i tempi sul nostro comune sentire.

Cosa accadrà in Italia nei prossimi anni?

Il Nuovo Ordine Mondiale ricomporra’  il sistema politico italiano scientemente frantumato nel 1992. Dalle prossime politiche alle prossime elezioni europee, i conservatori liberali confluiranno nel PPE, i progressisti liberali nel PSE. Questi due in Italia si accorderanno. Il “Movimento 5 Stelle” avrà esaurito il suo compito. Quella bolla del sistema creata ad arte per incanalare la rabbia sociale, finira’ con una parte di pentastellati al fianco dei populisti e con i grillini dall’altra parte.

E Fratelli d’Italia?

Non ci sara’ posto in questa Europa per i movimenti di Destra, perché i movimenti di Destra d’ Europa sono impresentabili. Se io fossi al posto di Giorgia Meloni, trasformerei il partito in un movimento basato sulla sua leadership, mi libererei della zavorra della sua classe dirigente periferica, avvierei un movimento social popolare stile Terra Nostra” ed occuperei nel panorama politico nazionale ed europeo,  uno spazio che può ambire ad una forbice fra l’ 8% ed il 12%. Poi attenderei tempi migliori nel quinquennio successivo.

Se l’ambasciata in terra di Bari andrà male, Prospettive Future che cosa farà?

Il “Movimento per Novoli” oggi è un suo braccio operativo.  Con esso abbiamo teorizzato una linea politica “oltre la destra” ed “oltre la sinistra” già nel 2008. Ha garantito per due volte la mia elezione a Novoli. È arrivato il momento di sfondare a livello interprovinciale soli o affianco di altri. “Terza Via” ci collegherà agli altri movimenti territoriali in Italia ed in Europa.

 

 

 

 

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